IN UNA ITALIA DOVE NEI PROSSIMI CINQUE ANNI VI SRANNO 250.000 LAUREATI IN MENO ISFOA COLMA QUESTA DEVASTANTE VUOTO CULTURALE

IN ITALIA NEI PROSSIMI CINQUE ANNI VI SARANNO 250.000 LAUREATI IN MENO

 

In Europa solo la Romania ha una previsione peggiore sul numero di laureati nei prossimi anni

 

Un dato cruciale e preoccupante è quello sulle Università , che si stanno svuotando sempre di più .

L’indagine condotta da Report ‘Education at a Glance 2022  ha evidenziato come tra il 2000 e il 2021 i livelli di istruzione in Italia siano cresciuti più lentamente della media dei paesi OCSE , l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico , arriva adesso anche la conferma di Unioncamere e ANPA .

I dati contenuti e resi pubblici affermano che nei prossimi 5 anni in Italia mancheranno 250mila laureati .

In Europa in una situzione peggiore si trova solo la Romania .

Anche il Report dell’OCSE Education at a Glance 2022 – Uno sguardo sull’Istruzione , ribadisce che l’Italia resta uno dei 12 paesi OCSE in cui la laurea non è ancora il titolo di studio più diffuso , forse , ed è stato oggetto di articoli qualche mese fa , anche a causa del fatto che le Università pubbliche stiano aumentando le rette , mentre al contempo le borse di studio rimangono poche e altamente selettive .

Secondo un report realizzato dall’UDU e presentato in Senato nel Novembre 2022 , negli ultimi 15 anni la tassazione annua è cresciuta dell’82% .

I laureati , paradossalmente , hanno possibilità consistentemente più elevate , rispetto ai diplomati , di trovare lavoro , così come hanno o meglio avrebbero sicuramente prospettive più soddisfacenti , ma gli studi universitari sono diventati costosissimi .

E lo sono diventati in un Paese come l’ Italia che dovrebbe ancora poter garantire , attraverso la sanità e l’istruzione pubblica , una base di partenza più o meno paritaria per tutti . 

E invece buona parte degli abbandoni universitari sono determinati, appunto , dai costi insostenibili e non (o non necessariamente) da limiti di formazione . 

E facendo ancora un passo indietro , oggi una quota consistente e crescente dei ragazzi che frequentano i licei è tornata ad essere di figli di chi li aveva frequentati , e cioè di famiglie benestanti , o , ancora non povere .

Per queste ragioni a molti non è piaciuta la lettera indirizzata a famiglie e studenti del ministro all’Istruzione e al merito Giuseppe Valditara , intervenuto sull’emergenza abbandoni .

Giuseppe Valditara ha annunciato misure anti-dispersione : dai docenti tutor alla sperimentazione di classi da dieci studenti , dalla didattica personalizzata sino a una commissione di esperti per contrastare il bullismo .

Tra le iniziative di fine anno Giuseppe Valitara , ministro dell’Istruzione e del Merito  ha scritto alle famiglie degli studenti di terza media per fornire loro alcuni consigli per la scelta della scuola superiore .

Avvalendosi del rapporto di Unioncamere sulle “Previsioni dei Fabbisogni Occupazionali a Medio Termine (2022-26)”, ha allegato alcune tabelle che dovrebbero indirizzare i ragazzi verso i percorsi dei quali le aziende sono più affamate .

Quali? Tutte le “figure tecniche”: dai manutentori termoidraulici agli ingegneri .

“Sono richieste le nuove professioni dell’ambito informatico , come molto richiesti sono gli operai specializzati”.

Quasi introvabili poi “fabbri ferrai , artigiani e operai specializzati del tessile , costruttori di utensili , fonditori , saldatori , lattonieri , calderai”.

E qui arrivano le proteste, perché, dice chi contesta la missiva , l’ottava economia al mondo soffre di un ritardo più grave della penuria di lattonieri : quello che manca all’Italia sono soprattutto i giovani laureati . 

Nei prossimi cinque anni , si osservava sopra , ne mancheranno 250 mila : medici (19 mila in meno del fabbisogno annuo) , ingegneri , informatici e scienziati in genere (22 mila) , economisti e statistici (17 mila) .

Perfino di laureati nelle materie umanistiche ce ne saranno meno di quelli che le aziende vorrebbero , soprattutto le industrie del tech che cercano persone “capaci di pensare fuori dagli schemi”.

Colmare questo vuoto dovrebbe essere lo scopo di qualsiasi buon orientamento e di una seria riforma degli istituti tecnici che permetta anche a chi non ha fatto il liceo di non mancare l’obiettivo della laurea .

In un mercato del lavoro in cui le figure maggiormente richieste oggi , domani potrebbero essere già sorpassate , la scuola , più che fornire profili ultra specializzati , dovrebbe preoccuparsi di formare giovani capaci di adattarsi a scenari sempre nuovi .

Il rischio altrimenti è di condannarli all’invecchiamento . 

Insomma , come scrive Romana Liuzzo “pare esserci un’estrema solitudine in mondi che dovrebbero unirsi e invece non si parlano , o si parlano male : la scuola , l’università , il lavoro”. 

I percorsi formativi continuano a essere autoreferenziali , sganciati dalle esigenze del mercato e poco aggiornati rispetto alla velocità con cui procede l’innovazione tecnologica .

Le STEM– le materie scientifiche , tecnologiche , ingegneristiche e matematiche – non sfondano : l’Italia conta il 6,7% di laureati , contro una media europea del 13% .

I test Invalsi ci dicono che solo il 54% dei maturandi raggiunge la soglia minima di competenze in matematica .

Gli ITS – Istituti Tecnici Superiori , i cui iscritti vantano un tasso di occupazione dell’80% a un anno dal diploma , sono ancora al palo rispetto a Paesi vicini , come la Germania .

E la retorica su quel merito parecchio invocato dal governo di Giorgia Meloni evita , purtroppo , di guardare a quella variabile che si chiama “privilegio” che in una società capitalista ha un peso fortissimo .

Il privilegio o il suo opposto disagio sociale ed economico sono il punto di partenza , e questo punto di partenza inficia in parte il concetto di meritocrazia.

Andare a lavorare per colmare il vuoto tra fasce sociali dovrebbe essere la priorità per far fiorire talenti e per arginare la dispersione , mettendo da parte le retoriche da Sogno Americano che funzionano nei film , ma ormai neanche tanto .

TRASFORMA L’ ESPERIENZA IN LAUREA POICHE’ NELLA MODERNA SOCIETA’ SOLO CHI E’ DOTTORE VIENE VERAMENTE CONSIDERATO E VALORIZZATO

 

POTRESTI ESSERE GIA’ LAUREATO E NON SAPERLO E QUINDI AVER PERSO OPPORTUNITA’ DI CARRIERA ED AUMENTI DI STIPENDIO E SE PRESENTI UN CANDIDATO AVRAI UN IMPORTANTE RICONOSCIMENTO ECONOMICO OLTRE ALLA GRATITUDINE ETERNA DEL TUO CONOSCENTE .

                                     
La V.A.E. ( Validazione del Sapere Acquisito con l’ Esperienza ) è un dispositivo procedurale normativo avviato in Francia nel 2002 ed adottato anche da ISFOA Libera e Privata Università di Diritto Internazionale che permette a tutti coloro che hanno acquisito esperienza professionale di richiedere il rilascio di un diploma universitario .


Questo sistema di convalida dell’apprendimento non formale e informale si basa su una ampia esperienza di pratiche in materia di identificazione e riconoscimento dell’apprendimento pregresso e dell’esperienza professionale ed ha l’obiettivo di dare la possibilità a chi non possiede un titolo di studio , ma vanta esperienze professionali e competenze per ottenere un primo livello di qualifica , di accrescere il proprio livello di istruzione a livello accademico .

 

ISFOA HOCHSCHULE FÜR SOZIALWISSENSCHAFTEN UND MANAGEMENT Libera e Privata Università di Diritto Internazionale fin dalla sua costituzione avvenuta nel 1998 è caratterizzata e riconosciuta universalmente per la propria missione di Solidarietà , Sviluppo Sociale Culturale caratteristiche queste uniche che l’ hanno fatta diventare una delle più ambite e prestigiose università telematiche internazionali , possiede di conseguenza una consolidata reputazione che la qualifica come una organizzazione corretta , trasparente e veloce , soprattutto nella erogazione e destinazione dei fondi raccolti destinati ad opere di bene sia in Africa che in Italia .

 

 

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