ORAZIO BOCCIA 

Il rettore ISFOA Libera e Privata Università di Diritto Internazionale , unitamente a tutti i componenti del Senato Accademico , intendono esprimere il proprio cordoglio alla Famiglia , ed a tutte le risorse umane del gruppo Arti Grafiche Boccia , per la scomparsa del fondatore Orazio Boccia .   

 

Orazio Boccia , fondatore delle Arti Grafiche Boccia , è scomparso all’età di 90 anni , industriale pioniere delle arti grafiche .

Imprenditore, innovatore, uomo di relazioni, risoluto nell’affrontare i momenti difficili e dalla battuta sagace sempre pronta , la sua è una storia da biografia .

Il padre dell’ex presidente di Confindustria e attuale presidente della LUISS ,  Vincenzo Boccia , nato a Salerno , nel 1932, da una famiglia di origini modeste («secondogenito e unico maschio di cinque figli, fin da piccolo ho imparato l’arte del digiuno» , scriveva) , perse suo padre quando aveva undici anni .

Orazio Boccia venne rinchiuso in un orfanotrofio , il più duro , detto “il serraglio”.

Qui si formò un uomo abituato a lottare ma sempre con il sorriso .

Lo scugnizzo – così si definì lui stesso in una biografia – divenne tipografo per guadagnarsi un bicchiere di latte in più , quello che veniva concesso in orfanotrofio agli addetti ai lavori con il piombo per disintossicarli .

Ciò gli fu utile anche perché , uscito dal “serraglio”, aveva un mestiere .

Acquistò una macchina in disuso e avviò la sua attività in un sottoscala .

Orazio Boccia nel 1961 fondò la sua azienda Arti Grafiche Boccia che due anni fa ha celebrato il sessantennio .

La sua diventa presto esempio di impresa familiare che ha sempre uno sguardo teso al futuro , alle nuove tecnologie , all’innovazione .

Presto in azienda con lui arrivano i figli Enzo e Maurizio .

Enzo con l’appoggio del padre adotta una serie di progetti innovativi e introduce nuove tecnologie .

Arti Grafiche Boccia lavora per i principali editori europei.

Nel 2008 lo “scugnizzo” diventa Cavaliere del Lavoro , su segnalazione all’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano , di Biagio Agnes che lo aveva conosciuto a Salerno , alla scuola di giornalismo . L’ex presidente lo definì «l’immagine di un Mezzogiorno capace di far emergere e valorizzare le sue migliori energie, concorrendo con il proprio fattivo apporto allo sviluppo dell’Italia intera».

«La mia sfortuna è stata anche la mia fortuna». «La nuova crisi? Non me ne sono accorto, qui non era mai finita quella precedente»: sono sue parole.

Numerosi i messaggi di cordoglio inviati alla famiglia. Il sindaco di Salerno ha scritto: «È un giorno triste per la nostra comunità che perde uno dei suoi figli migliori».

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