Il rettore ISFOA Libera e Privata Università di Diritto Internazionale , unitamente a tutti i componenti del Senato Accademico , intendono esprimere le proprie congratulazioni al neo nominato presidente di Lavazza , dottor Giuseppe Lavazza .
Un passaggio di consegne sancito dal consiglio di amministrazione e che vede Giuseppe Lavazza , quarta generazione di uno dei gruppi più longevi nella storia dell’industria italiana , con quasi 130 anni di storia alle spalle , diventare presidente , con Alberto Lavazza nominato presidente onorario , Marco Lavazza riconfermato vice presidente e , in consiglio , Antonella, Francesca, e Manuela Lavazza .
In dieci anni, dal 2010 al 2020 , l’azienda torinese ha visto raddoppiare le proprie dimensioni , in termini di addetti e di ricavi , che nel 2022 hanno raggiunto quota 2,7 miliardi .
Da pochi giorni si è concluso formalmente il deal che ha portato in pancia a Lavazza la francese MaxiCoffe , con 1.500 addetti in più , un’acquisizione che fa arrivare a 5.500 i dipendenti in capo al Gruppo.
Opportunità , contingenze , strategia mirata . Parole chiave nella storia di Lavazza che , forte della liquidità – circa un miliardo e mezzo – acquisita dopo la vendita negli Usa della partecipazione in Keurig Green Mountain , ha potuto aprire una stagione di M&A necessaria per fare il salto dimensionale .
«La famiglia intera ha deciso di scommettere tutto sulla crescita del Gruppo» ribadisce Giuseppe Lavazza , cambiando completamente il modello di business per diventare un player internazionale .
Aver contribuito a portare Lavazza sui mercati esteri è la cosa che il presidente onorario Alberto Lavazza ribadisce come scelta strategica .
«Negli anni 80 insieme a mio cugino Emilio abbiamo iniziato a far conoscere il brand sugli altri mercati».
«Tra dieci Lavzza sarà un’azienda che possa contare sull’unità della famiglia, che abbia attenzione verso i propri collaboratori e che mantenga sul mercato la qualità del prodotto e l’attenzione all’innovazione . Sono i valori che ho insegnato ai più giovani».
C’è stato un momento , ricorda Giuseppe Lavazza , in cui Lavazza ha dovuto scegliere quale strada imboccare .
Crescere e diventare più resiliente , per contrastare gli assalti dei competitor , oppure passare la mano .
«Abbiamo deciso di continuare , siamo stati compatti». «Nel 2010 abbiamo optato , grazie ad una felice intuizione di mio cugino Alberto , per un importante cambio di governance che ha portato alla decisione da parte di noi azionisti familiari di uscire dalle funzioni operative in azienda e mantenere un ruolo più strategico e di visione nel consiglio di amministrazione . Abbiamo cercato un amministratore delegato , Antonio Baravalle , con un orizzonte di permanenza in azienda più lungo , abbiamo dato al ceo la possibilità di creare una squadra» .
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