ISFOA CORDOGLIO – ELSERINO PIOL   

Il rettore ISFOA Libera e Privata Università di Diritto Internazionale , unitamente a tutti i componenti del Senato Accademico , intendono esprimere il proprio cordoglio alla Famiglia , per la scomparsa di Elserino Piol , vicepresidente di Olivetti negli anni ’80 e ’90 e padre del venture capital in Italia con focus soprattutto sulle telecomunicazioni e su internet .

 

Elserino Piol aveva 91 anni , originario del bellunese , era entrato nella azienda di Ivrea poco più che ventenne per poi assumere incarichi manageriali di rilievo soprattutto sotto la gestione di Carlo De Benedetti .

 

Elserino Piol , divenuto direttore generale per le strategie e lo sviluppo , contribuisce nel 1983 all’alleanza con gli americani di AT&T che porterà Olivetti a diventare primo produttore di personal computer in Europa e terzo al mondo .

 

Elserino Piol , dal 1986 al 1996 siede nel consiglio di amministrazione di Olivetti , di cui è vicepresidente tra il 1987 e il 1996 , e lavora alla fondazione di Omnitel e di Infostrada .

 

Elserino Piol a partire dagli anni ’80 è pioniere in Italia del venture capital dapprima all’interno di Olivetti e poi con nuove iniziative nell’ambito di internet e delle telecomunicazioni attraverso Pino Partecipazioni .

«Ok. I do appreciate».

In queste quattro parole , scandite dal suo interlocutore americano al tavolo delle trattative fra Olivetti e General Electric , c’è tutto Elserino Piol , e quell’episodio raccontato a Paolo Bricco direttamente dal protagonista , delinea un uomo, descrive una epoca , definisce un tempo.

Era il 1965 , sono passati cinque anni dalla morte di Adriano Olivetti .

Nel 1964 la Olivetti era caduta in una crisi finanziaria e patrimoniale violentissima .

Elserino Piol era un dirigente di 33 anni («l’Olivetti di Adriano era l’unica azienda italiana in cui un perito come me avrebbe potuto diventare dirigente senza una laurea e prima dei trent’anni») .

Il contesto era la realizzazione del disegno di salvaguardia dei conti della Olivetti , concepito dal Gruppo di intervento di Mediobanca , sacrificando la grande elettronica e mantenendo le attività nordamericane , l’altro grande vulnus dei conti dell’azienda italiana .

Elserino Piol era stato incaricato di negoziare il perimetro preciso delle attività della grande elettronica che , appunto, dovevano essere cedute alla General Electric , la conglomerata americana rappresentata in Italia da Paolo Fresco e interessata a entrare con una acquisizione nei grandi elaboratori a transistor .

«Dovevo riempire di contenuti concreti il contratto nei suoi particolari operativi – raccontava Elserino Piol – ufficio per ufficio , prodotto per prodotto , persona per persona .

Lavoravamo tutto il giorno io e il mio alter ego di General Electric .

Alla sera , dopo cena continuavamo a trattare .

Io con nonchalance cercavo di mantenere nel perimetro della Olivetti quanta più parte elettronica fosse possibile , limitando al massimo quanto sarebbe finito in capo agli americani .

Ci provavo in tutto i modi . A un certo punto , il mio interlocutore capisce il mio gioco , mi sorride , mi chiede se non ho voglia di andare a lavorare con loro , lasciando la Olivetti e passando nella nuova società controllata da General Electric Italia , quando io gli dico che no , non mi interessa , preferisco rimanere dove sono , lui sorride di nuovo e appunto mi dice: «Ok. I do appreciate» , «Ok. Capisco e apprezzo».

Elserino Piol non era un uomo facile .

Era per tutti un visionario .

Capiva le tecnologie .

Capiva il marketing .

Negli anni Settanta e Ottanta aveva lampi formidabili sull’elettronica e sull’informatica , come li avrebbe avuti nei primi anni Novanta sulla telefonia cellulare , tanto che Carlo De Benedetti ha sempre riconosciuto con onestà intellettuale e correttezza umana che Omnitel fu una sua intuizione .

Ma Elserino Piol non era un uomo di execution , tanto che a Ivrea – dove l’intelligenza e la brillantezza hanno sempre avuto più peso e importanza della ricchezza e del potere – tutti lo adoravano , ma spesso temevano di dovere lavorare alla realizzazione di un progetto con lui .

Tuttavia , davvero, se non è soltanto retorica analitica il concetto della innovazione come distruzione creatrice del capitalismo , Elserino Piol è stato a livello internazionale uno dei suoi interpreti .

Non soltanto nelle imprese fondate da zero .

Ma anche – come nel caso della Olivetti – delle antiche aziende sorte dalla radice del fordismo e del taylorismo della meccanica del primo Novecento e , anche grazie al suo lavoro , impegnate nella metamorfosi informatica , nel periodo aureo della Olivetti di Carlo De Benedetti .

È di allora la firma di Elserino Piol su un importante convegno – nel 1982 – organizzato a Venezia dalla Olivetti sul venture capital .

In Europa nessuno sapeva che cosa fosse .

Elserino Piol portò i principali operatori e banchieri americani a Venezia dalla Silicon Valley e da New York .

E modellò un intero settore della Olivetti proprio intorno al concetto e alla pratica del capitale di rischio , un settore in cui sarebbe diventato un protagonista anche dopo l’uscita dal gruppo italiano , quando avrebbe fondato alcuni dei primi fondi italiani (investendo nella neonata Yoox) .

La sua forza visionaria aveva una capacità predittiva incredibile .

Nel 1986 – da responsabile delle strategie della Olivetti – scrive di suo pugno un report in cui , nell’anno del miglior bilancio di sempre , spiega perché , non soltanto per l’impresa italiana , ma per tutte le imprese europee le cose sarebbero rapidamente declinate : con una chiarezza ammirevole in quattro pagine descrive la caduta dell’industria occidentale e l’ascesa di quella americana , sottobraccio a quella asiatica .

Tutto sarebbe andato esattamente così .

Elserino Piol ha lasciato un segno nella storia dell’industria e della tecnologia internazionali .

Mancheranno a tutti il suo smozzicare le parole , le sue ire , il suo «facciamo un passo indietro» con cui trascinava chi parlava con lui nel labirinto di una mente brillante e veloce , qualche volta più veloce e brillante della realtà stessa .

 

 

Alla guida della società di investimento ha finanziato , attraverso i fondi Kiwi , Tiscali , Vitaminic e Yoox Net-a-Porter .

   

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